Diario dal palco


29 luglio 2013 - Teatro Valle Occupato


1° giorno del laboratorio sul “Macello di Giobbe"





 I clown


Si prova il Prologo. I candidati al ruolo di clown sono sei. Si dividono in tre coppie per provare la scena agita, non letta.
Sta agli attori la scelta di travestirsi e organizzare lo spazio scenico.
I primi due attori scelgono di travestirsi con i vestiti messi a disposizione dalla neonata costumeria del Teatro Valle Occupato che si sta velocemente organizzando sotto la guida di Sandra con l’apporto fondamentale di Ilaria - che ha praticamente creato la costumeria dal nulla - e l’aiuto della sarta, Alona. 
I primi due clown sono Daniele A. e Damien, che scelgono di travestirsi.
Fausto chiede come prima cosa che organizzino lo spazio. I due non si mettono d’accordo, e questo primo problema è subito trasformato in un’opportunità perché il loro disaccordo “entra in scena" e diventa parte dello spettacolo. Fausto insiste: “Continuate  non mettervi d’accordo e vedete se, partendo da questo rapporto, riuscite a spostare il pubblico". Pubblico per adesso composto dagli altri componenti del laboratorio. Cercando il posto giusto per giocare a dadi per tutto il teatro i due attori spostano il pubblico per portarlo il più vicino possibile al loro campo di gioco. Finalmente trovano un posto giusto proprio sotto il boccascena, in platea davanti alle prime file. 
Ma sono troppo veloci, hanno fretta di concludere. Fausto li incalza: “Datevi il tempo, tranquilli, una cosa alla volta". I due attori pian piano spostano il pubblico ma continuano a cambiare idea. Si sono inventati un’interazione molto interessante col pubblico che partecipa divertito alla loro performance da clown, costituito da continui accordi che si sfaldano continuamente. Appena viene raggiunta un’intesa, uno dei due cambia idea. Daniele A. vuole iniziare a giocare ed inizia ad essere un po’ severo con il pubblico, che viene piazzato quasi tutto sulla scaletta destra che scende dal palco in platea. Fausto li rassicura dicendo che comunque possono cambiare idea in qualsiasi momento. Ma una spettatrice non vuole spostarsi provocando l’insistenza dei due attori. Fausto interviene: “Non fate conflitto con il pubblico, usatelo per fare conflitto fra di voi. Il pubblico deve stare comodo." E ancora “State usando troppe parole, dovete utilizzare ogni minima reazione del pubblico per farla diventare un conflitto enorme tra di voi." La spettatrice non vuole ancora spostarsi e Fausto consiglia: “L’asse fra di voi deve essere sempre più forte dell’asse tra di voi e il pubblico." 
Inizia la partita e c’è subito un dissidio tra i due clown. Daniele A. incalza il pubblico: “Secondo voi è giusto?". Interviene di nuovo Fausto: “Bravi riempite i vuoti". I due discutono con gli spettatori e Fausto - riportandoli alla logica indicata in precedenza - li invita a riportare la discussione tra loro due per ottenere il massimo dell’azione col minimo delle parole. Piccola pausa dove Fausto e i due attori cercano di capire cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato di questa prima parte della prova e perché.







30 luglio 2013 - Teatro Valle Occupato 

2° giorno del laboratorio sul “Macello di Giobbe"




I clown (seconda coppia)

La seconda coppia di clown sono Daniele N. e Giuseppe. Si travestono anche loro.
Alla fine della prova Fausto gli domanda a qual carattere si sono ispirati per trovare il clown. Giuseppe è il tonto e Daniele è il furbo. 
Giuseppe risponde che si è ispirato ad un generico zio scemo bergamasco che parla in dialetto, molto timido e con il terrore di fare brutta figura. fausto gli da alcune indicazioni come per esempio di continuare a scaricare la timidezza nel girarsi le dita.

Daniele invece si ispira ad un generico Lapo Elkann che dopo un po’ inizia ad intervistare e a ricreare il look dello zio scemo.
Fausto suggerisce a Daniele di proporre allo zio scemo di giocare a dadi e la scena improvvisata pian piano diventa il Prologo con i due nuovi caratteri dei clown.

Figlia e garzone 

Margherita e Federico provano la Scena Prima.
Hanno modificato lo spazio. Lei sta scrivendo, lui taglia la carne mentre da una radiolina esce una musica sudamericana popolare, moto probabilmente una cumbia. C’è un cliente seduto in attesa.
Alla fine della prova Fausto chiede da dove siano partiti. I due attori rispondono che hanno studiato un piano con due appuntamenti.
Lei immagina che è andata in macelleria a fare i compiti perché fuori piove. Il cliente è un disturbo consapevole, introdotto nella scena per sottolineare il fatto che niente riesce a distrarli dal loro amore. 
Fausto analizza la prova più in profondità. La sua sensazione è che faccia tutto lei, come “lettura" della scena. Il garzone tendenzialmente si giustifica e gioca in difesa.
Per lei invece è una scena di svelamento. E lo è anche per noi. 
E’ come se ad un certo punto Clark Kent le rivela che è Superman.
Dobbiamo trovare la traduzione scenica dello svelamento, ovvero:
1) Per LUI: Qual’è il tuo Clark Kent e qual’è il tuo Superman?
2) Per LEI: Cosa perdi e cosa guadagni quando Clark Kent diventa Superman?
3) Entrambi perdono il momento del corteggiamento.

Sulla base di queste riflessioni la prova viene ripetuta.

Viene individuato un punto di svolta della scena nella battuta “mi piace stare con te", dove lei si rivela. Lui non deve fare finta di niente, deve accogliere al massimo questo dono. I due attori lavorano molto intorno a questo punto e approfondiscono.
Lei si inventa una pesca e la mangia. Fausto suggerisce a lui che consideri lei che mangia la pesca la cosa più bella al mondo. Non c’è niente di più bello che vedere lei che mangia una pesca.